Si era distesa sul letto per cercare di riprendersi dal dolore alla testa che l’aveva sorpresa, pulsando, mentre studiava. Ed ora, coricata su un fianco, contava i pelucchi di polvere che volteggiavano nel sole del pomeriggio e che andavano a posarsi uno dopo l’altro sulla testata del letto. Con una mano, si massaggiava le tempie, come aveva visto fare in un programma del pomeriggio. Roba da vecchi ipocondriaci chiusi in casa per noia o per malattia, si ripeteva borbottando. Comunque, provare non costava nulla. Qualche minuto dopo, era addirittura peggiorato, e l’area dolorante si era estesa fino alla metà del cranio. Forse, non era tutta colpa del massaggio, ma della troppa pressione che stava esercitando. Così conciata, almeno, poteva ingannare il tempo in un modo che non fosse continua...