Ho aspettato quasi sette anni per riprendere in mano un progetto che non ho mai concretizzato per paura: un libro. Ed ora sono qui, a scrivere di nuovo. Ecco a voi il prologo. Notte. Non volava una foglia nel villaggio di Dosa, se non il respiro di qualche cane che riposava davanti alle porte delle case. Di solito feroci con gli estranei e i banditi, erano ammansiti dalla tarda ora e dalle lunghe ore di veglia che stremavano i loro corpi inariditi dalla fame. La povera gente di Dosa cercava in tutti i modi di difendersi dalle oscure presenze che sembravano essersi fatte strada nei villaggi della pianura. Tordella, Duilia, Casseria erano solo alcuni di quelli che erano finiti saccheggiati e dati alle fiamme durante tutto l’inverno. Eppure, dopo tutto questo sangue versato, il Governo Centrale non era stato in grado di risolvere alcunchè, incolpando questa o quella pestilenza, ricordando che nelle fucine del Castello grandi chimici e medici lavoravano a spron battuto per il popolo, pe...