Tradizionalmente
legati alla sfera della riabilitazione, i dispositivi medici come
protesi ed ortesi (come ad esempio bustini e tutori) stanno
guadagnando sempre più attenzione nel mondo del design, tanto da
interessare anche grandi brand ed aziende. Ad esempio Nike ha
realizzato un modello di protesi transtibiale per corridori,
modellata appositamente per calzare le scarpe da atletica dello
stesso brand!
L'argomento
ha talmente affascinato Lucrezia e Giulia, studentesse del corso di
Design del prodotto industriale all'Università di Ferrara, da
diventare il nucleo delle loro tesi: un progetto di allestimento
museale su protesi ad uso sportivo ed uno su ortesi di design.
Lucrezia
- “Design for disabilities”
Come
ti sei avvicinata a questo argomento? Quale evento ti ha ispirata?
L'ispirazione
mi è sorta leggendo un articolo (di Michael Chorost )sulla rivista
Wired, nel quale si descriveva l'evoluzione delle protesi durante
tutto il XX secolo, dal primo Dopoguerra fino alle innovazioni
tecnologiche più recenti, che hanno permesso ad un ragazzo disabile
di manovrare una protesi di braccio attraverso un chip impiantato
nella corteccia motoria. L'argomento mi ha incuriosita e ne ho subito
approfittato, legandolo alla mia passione per lo sport:
nell'allestimento che ho progettato, infatti, saranno esposte protesi
ad uso sportivo di svariati tipi. Forse non tutti sanno che esiste
una protesi per ogni sport!
Su
quali aspetti si focalizza il tuo progetto e quali obiettivi vorresti
raggiungere?
Il
mio progetto ha il fine di sensibilizzare un largo pubblico, rendere
visibili alcune aziende produttrici e mostrarne i prodotti di alto
livello. Io ne ho scelte per l'occasione quattro, due straniere e
due Italiane, per far vedere un po' a tutti come ci si stia muovendo
sia in casa nostra sia fuori per migliorare sempre più le
prestazioni di tali protesi. In provincia di Budrio, a Vigorso,
proprio vicinissimo a noi, ha sede il centro protesi INAIL, punto di
riferimento della riabilitazione motoria e della ricerca in fatto di
protesi per l'intera Nazione.
Nella
mostra saranno presenti dieci aree dedicate a dieci sport diversi: ci
saranno il basket, il nuoto, lo sci e tanti altri!
E'
importante la customizzazione di questi prodotti?
Ogni
protesi prodotta dalle aziende che ho citato è costruita su misura,
in base sia alle caratteristiche fisiche del paziente sia allo sport
che si intende praticare, poiché ad ogni disciplina corrisponde un
movimento ben preciso dell'arto superiore od inferiore, che la
protesi deve ricreare. Per esempio, nella corsa, l'esile forma delle
protesi di arto inferiore richiama quella della zampa del ghepardo,
l'animale terrestre più veloce in grado di raggiungere una velocità
di 120 km/h; interessanti anche le protesi per il nuoto, dotate di
rivestimento cavo a cui vengono applicati due fori, per l'entrata e
l'uscita dell'acqua, in modo da garantire il galleggiamento della
protesi.
Per
quanto riguarda i colori, per gli adulti si preferiscono colori
metallici e brillanti; altra storia per i bambini, dove si cerca di
rendere il più colorata possibile la protesi, in modo da diventare
un gioco per il piccolo.
Quale
effetto può avere sul paziente un prodotto di questo tipo?
Molti
medici incoraggiano i pazienti che hanno perso un arto ad
intraprendere un'attività sportiva dopo la riabilitazione, sia come
esordienti sia per riprendere una disciplina abbandonata a causa
dell'infortunio e ciò ha numerosi benefici. Durante l'attività
sportiva il soggetto ha modo di sperimentare l'utilizzo della propria
protesi e di familiarizzarci, fino a sentirla parte del suo “nuovo
corpo”. In secondo luogo, è molto importante per questi pazienti,
che spesso soffrono fare conoscenza di altre persone con il medesimo
problema, utile mezzo di integrazione sociale.
Quali
scenari futuri ipotizzi per questi progetti?
I
nuovi scenari che si prospettano vedono scendere in campo nuovi
modelli di protesi, soprattutto per quanto riguarda gli sporti
acquatici. Sicuramente anche nuovi materiali, sempre più leggeri e
resistenti, caratterizzeranno le nuove protesi in uscita in questi
anni. Si parla molto del fatto che l'uomo con le protesi possa
superare le prestazioni di un uomo senza, ma a conti fatti, è ancora
fantascienza.
Giulia
- “BEYOND
LIMITS - Superare la disabilità”
Come
ti sei avvicinata a questo argomento? Quale evento ti ha ispirata?
L'idea
è nata dall'incontro con i bustini di Francesca Lanzavecchia, una
giovanissima designer, che barcamenandosi fra Parma e Singapore ha
realizzato alcuni fra i modelli più fantasiosi di ortesi mai visti e
che mi hanno colpito profondamente, dato che anche io ho dovuto
indossare il busto ortopedico per parecchi anni della mia infanzia.
Mi sono chiesta quindi perchè possiamo scegliere tra duecento paia
di jeans ma solamente tra dieci modelli di bustino, tutti purtroppo
molto vistosi. Ripensando alla mia esperienza, credo che un pubblico
più giovane preferirebbe cento volte un bustino di questo tipo al
contrario di uno canonico.
Su
quali aspetti si focalizza il tuo progetto e quali obiettivi vorresti
raggiungere?
La
mostra che ho allestito è composta da tre aree, sovrastate da
sculture organiche , dove verranno esposte diverse categorie di
oggetti di design fra cui bustini, stampelle, tutori e collarini.
Quasi tutti gli elementi esposti sono stati progettati da Francesca
Lanzavecchia; per quanto riguarda alcuni progetti di cui esiste per
ora solamente il concept, adibirò alcuni monitor alla
visualizzazione degli stessi.
E'
importante la customizzazione di questi prodotti?
Tutti
gli oggetti che ho inserito nel progetto sono realizzati
completamente su misura e sono stati ideati per rispondere a
specifiche richieste delle committenti: vediamo infatti il bustino
traforato con motivi che ricordano il pizzo per una ragazza a cui
piaceva l'intimo di questo genere, il bustino con molte tasche invece
per la ragazza che vuole custodire i suoi segreti sotto gli abiti
quotidiani. Spesso la ricerca di una nuova idea sfocia
nell'autoironia, come nel tutore da braccio con apribottiglie
incorporato o nel collarino con annesso appendino!
Quale
effetto può avere sul paziente un prodotto di questo tipo?
Come
potrete ben presumere, un bustino od un collarino così
personalizzati, vengono indossati dal paziente con maggior
naturalezza rispetto ad un'ortesi tradizionale. Questo anche per
prevenire che alcuni pazienti rifiutino di sottoporsi al trattamento
per vergogna. Per alcune di queste patologie, in particolare la
scoliosi, si parla di giovani ragazzi e ragazze i quali attraversano
un periodo delicato dell'esistenza in cui l'accettazione di se stessi
e dei cambiamenti della pubertà è fondamentale; con l'ausilio di
questi prodotti, l'impatto con la malattia sarebbe sicuramente più
agevole!
Quali
scenari futuri ipotizzi per questi progetti?
Purtroppo
ancora nessun'azienda si è interessata alla messa in produzione di
questi oggetti e tuttora vengono realizzati artigianalmente, con dei
costi esorbitanti rispetto alla disponibilità economica delle
famiglie target. Ho infuso in questo progetto la speranza di poter
vedere un giorno prodotti e distribuiti questi oggetti, portando
all'attenzione della collettività questo problema.
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